L’effetto NIMBY (Not In My Back Yard) e le energie rinnovabili

effetto NIMBY (Not in my backyard) e rinnovabili

La transizione energetica è impossibile senza le energie rinnovabili e, nonostante vi sia un generale consenso a livello sociale, avere un impianto solare o un parco eolico come nuovo vicino di casa non è una cosa che piace a tutti. 

L’effetto NIMBY (Not In My Back Yard), cioè l’opposizione della comunità a un progetto rinnovabile, è un fenomeno comune e lascia molti interrogativi a cui cercheremo di dare una risposta in questo post.


Cos’è l’effetto NIMBY?

Dove è nato il movimento Not In My Back Yard?

Quali sono le conseguenze dell’effetto NIMBY sulle energie rinnovabili?

E i benefici delle rinnovabili che i gruppi NIMBY possono ignorare?

Come viene gestito il fenomeno NIMBY?

 

Cos’è l’effetto NIMBY?

Il concetto deriva dall’espressione inglese “Not In My Back Yard”, che può essere tradotta letteralmente come “Non nel mio cortile posteriore” o, più liberamente, “Non dietro casa mia”. Consiste nell’opposizione frontale di una comunità sociale agli effetti negativi che arrecherebbe un nuovo progetto nel suo ambiente.

In realtà, non si tratta di un fenomeno esclusivo dell’installazione di parchi rinnovabili. L’effetto NIMBY può essere collegato anche all’installazione di antenne telefoniche, aeroporti, centrali nucleari o discariche.

L’ironia dei gruppi NIMBY in relazione alle energie rinnovabili (e a qualsiasi altro progetto) è che desidererebbero godere dei loro benefici, ma lontano da loro. 

 

Dove è nato il movimento Not In My Back Yard?

L’espressione effetto NIMBY è apparsa per la prima volta in un giornale americano nel 1980. Il concetto nacque dall’opposizione alla costruzione di un deposito di scorie nucleari. Da allora, il termine viene utilizzato ogni volta che un gruppo sociale si oppone a progetti che considera negativi per il proprio ambiente.

Con l’affermarsi delle energie rinnovabili e la pianificazione di nuovi parchi, l’effetto NIMBY diventa sempre più comune. Il fenomeno Not In My Back Yard è presente in tutti i mercati, quindi bisogna essere pronti per gestirlo.

 

Quali sono le conseguenze dell’effetto NIMBY sulle energie rinnovabili?

In particolare, le ragioni più denunciate dai gruppi NIMBY sono la modifica del paesaggio e il danno all’ambiente naturale, che spiegheremo in dettaglio nei prossimi paragrafi. In Irlanda e nel Regno Unito, dove la tecnologia principale è l’energia eolica, gli sviluppatori di energia rinnovabile si scontrano ripetutamente con le comunità NIMBY che non riescono a vedere i vantaggi di questi impianti. 

Secondo uno studio dell’MDPI (Multidisciplinary Digital Publishing Institute) su “Renewable Energy Uptake Trends in Europe”, l’adozione dei progetti in Spagna, in particolare, è stimata essere legata all’impatto economico, alla partecipazione alle autorizzazioni e alla piena trasparenza nella comunicazione, tra le altre cose.

Questo ci impedisce di prendere le misure urgenti e necessarie per agire nel processo di decarbonizzazione, oggi più che mai necessario. Tutte le organizzazioni coinvolte nel settore (sia le Nazioni Unite che la stragrande maggioranza dei governi e delle organizzazioni ambientaliste) stanno già anticipando che dobbiamo accelerare la transizione energetica per rallentare l’aumento delle temperature globali. 

Attualmente, l’impatto delle rinnovabili sulla fauna e sulla flora del paesaggio sta diminuendo enormemente grazie ai cambiamenti normativi e al ruolo importante che viene dato alle politiche ESG (Environmental, Social, and Governance) durante tutto il ciclo di vita di un progetto. Di conseguenza, verranno costruiti solo i progetti che godono dei permessi ambientali necessari, che generano i maggiori benefici socio-economici e che meglio si integrano nell’ambiente circostante. 

 

E i benefici delle rinnovabili che i gruppi NIMBY possono ignorare?

Riduzione delle tariffe di accesso all’elettricità. Maggiore è il numero di parchi rinnovabili, più competitivi saranno i prezzi.

Più infrastrutture per l’ambiente, un aspetto che attira nuova popolazione ed evita la migrazione verso altre aree.

Compatibilità con l’agricoltura e l’allevamento. È già stato dimostrato che non c’è bisogno di imporre un aut aut tra agricoltura e fonti rinnovabili; entrambe coesistono con successo nel agrovoltaico. Inoltre, le energie rinnovabili non sono solo un’opportunità per i terreni improduttivi, ma è sempre più comune vedere impianti fotovoltaici in cui il bestiame può entrare nel recinto per pascolare liberamente.

Zero impatti sulla qualità dell’aria. Le fonti rinnovabili, a differenza delle centrali elettriche fossili, non inquinano l’ambiente, perciò i residenti possono godere di un’elevata qualità dell’aria.  

Riduzione delle emissioni globali di CO2. Ogni nuovo parco eolico o solare è un nuovo passo verso la decarbonizzazione e un pianeta più sostenibile. Per di più, queste due tecnologie consumano pochissima acqua, quindi la loro impronta idrica è molto bassa.

Generazione di posti di lavoro diretti. Nel progetto sono coinvolti lavoratori edili, progettisti, installatori, ecc. Secondo uno studio dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), il settore delle energie rinnovabili potrebbe raggiungere 38,2 milioni di posti di lavoro entro il 2030.

 

Come viene gestito il fenomeno NIMBY?

Questa è senza dubbio una delle maggiori sfide che l’industria delle rinnovabili deve affrontare oggi. Anche se non esiste una risposta chiara a questo problema, è vero che si possono intraprendere diverse azioni, tra cui:

1. Una comunicazione trasparente con la comunità locale prima dello sviluppo del progetto. È molto importante comunicare le ragioni della scelta dell’ubicazione, i benefici per l’ambiente (strettamente legati alla prospettiva ESG) e i piani per evitare l’impatto ambientale sull’area.

2. Lo sviluppo di un programma di incontri e dibattiti per ascoltare tutte le opinioni.

3. Non cercare di imporre il progetto, cosa che porterebbe solo a una maggiore resistenza da parte dei gruppi NIMBY.  

4. Un monitoraggio delle informazioni locali e online sul progetto, per evitare la diffusione di fake news correlate.

Si tratta di un fenomeno complesso che necessita di dibattito e comunicazione. Pensi che nonostante l’effetto NIMBY saremo in tempo per la decarbonizzazione dell’energia? Raccontaci cosa ne pensi. 

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